Commento
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Alessandro Marchi
Gentile signora mi pare di capire dalle tono del suo post che andare a 30 all’ora rappresenterebbe per lei una sconfitta, un peggioramento, perché vorrebbe andare più veloce. Mi lasci farle notare che andare a 30 vorrebbe davvero dire andare più veloce!. Attualmente la velocità media in città è infatti dii 22 km all’ora, di non più di 15 per i mezzi pubblici. Il fatto che il limite sia fissato a 50 kmh non significa assolutamente che si vada a 50: quella è la velocità di picc, l’accelerata fra un semaforo l’altro che non serve a nessuno se non inquinare di più, a consumare più carburante e forse a lenire una qualche frustrazione insoddisfatta.
Siamo tutti d’accordo che si rispettate il codice della strada alla lettera gli incidenti sarebbero pochissimi. Purtroppo però viviamo nel mondo reale, un mondo fatto da persone che infrangono sistematicamente il codice della strada per leggerezza, distrazione o irresponsabilità. L’informazione e la formazione possono fare molto, ma non tutto.
Purtroppo viviamo in un mondo dove ci sono moltissimi atti di violenza stradale: anche qui bisognerebbe fare una revisione del nostro linguaggio, dato che quelli che definiamo incidenti sono appunto per la maggior parte dei casi le logiche e neffaste conseguenze di comportamenti che violano la legge.
La città trenta non è, come dice lei è, un restringimento della normativa, bensì nuovo modo di concepire la città in un modo che restituisca lo spazio a cittadini in quanto tali, in quanto persone in carne ed ossa e non in quanto inserite all’interno di un veicolo. La città 30 è un modo di rendere lo spazio urbano più accogliente per le persone anziane, per i bambini, per i disabili e per chi si vuole muovere a piedi o in bicicletta, per chi vuole – appunto – vivere la città in maniera attiva.
La città 30 non ha certo solo vantaggi sulla mobilità: questo tipo di concezione porta ai una riduzione del rumore che va dal – 30 al – 50%. Una Bologna più silenziosa! Recentissimi studi hanno confermato che il rumore del traffico aumenta il rischio di ipertensione, cosa che già si era notata a Bilbao e adesso è stata riscontrata con altri studi pubblicati di recente dalla CNN. L’influenza benefica di una città così sulla salute sono evidenti e sono evidenti anche ii grossi risparmi dal punto di vista del costo sociale: ricordiamo infatti che ogni morto ha un costo sociale stimato di 1,5 milioni di euro (Ministero dei Trasporti docet): a Bologna ce ne sono in media 20 all’anno, in Italia tremila (3000!, buona parte nelle città). Se riuscissimo, come per ora stanno facendo le città trenta, a ridurre del 50% la mortalità capisce anche lei di che risparmio sociale economico stiamo parlando: enorme.
Ma i risvolti positivi sono anche sull’inquinamento: le automobili che si muovono a 30 all’ora con una velocità più costante, con meno picchi di velocità e forti accelerazioni ,consumano meno e nelle città trenta i dati sugli inquinamento sono i miglioramento, anche perché naturalmente un ambiente urbano più accogliente favorisce la la mobilità attiva, quindi gli spostamenti a piedi in bicicletta. Tutto questo non può prescindere da una differente struttura “fisica” della città: è questo che aiuta e invoglia gli spostamenti attivi: il fatto che la città sia configurata diversamente dal punto di vista strutturale: non solo cartelli e controlli ma chicane, strade scolastiche, piazze per le persone, zone di incontro, restringimenti,… Importante è che il servizio di Trasporto Pubblico Locale sia adeguato.
Ci sono anche altri risvolti positivi: dagli studi effettuati da gruppi di investimento e banche (ad esempio BNP Paribas) si evince che nelle zone in cui la circolazione è calmierata da dissuasori, nelle strade in cui gira più gente a piedi e meno in macchina,
negli ambienti urbani più curati, verdi tipici della città 30… il valore degli immobili e il giro d’affari degli esercizi commerciali è cresciuto!
Tutto questo senza dimenticare che tutte le statistiche e gli studi che sono stati fatti nelle città trenta relativamente ai tempi di percorrenza dicono che sono sostanzialmente rispettati, in alcuni casi addirittura leggermente ritoccati al ribasso: questo perché la città 30 è un circolo virtuoso: più gente si sposta a piedi meno anche le strade sono ingombre, questo è evidente, e meno macchine ci sono in giro più si avrà voglia di godersi la città.
La cosa la cosa che stupisce sempre un po’ è come si cerchi di trovare dei punti deboli e di smontare la città 30 fingeno di ignorare come stia funzionando ovunque in Europa sia stata applicata adeguatamente ma soprattuto come si tenti di difendere un sistema, quello nel quale viviamo oggi, che rende le nostre città più brutte, con strade pericolose in cui restiamo spesso imbottigliati… qual è il motivo per arroccarsi a protezione di un sistema tanto fallimentare?


Luca
Esiste proprio un tema di approccio culturale e di senso civico. Spesso in Europa non sono necessarie norme restrittive per rispettare le regole. Esistono regole “naturali” tra i cittadini che sentono spontaneamente di adottare comportamenti di rispetto collettivo. In Italia questo purtroppo non accade e si rendono necessarie norme restrittive e controlli stretti.