Una storia di ordinaria burocrazia
Mia madre ha compiuto in questi giorni 91 anni. È una donna fragile: le diagnosi hanno accertato un grave decadimento cognitivo, mentre io le dico solo che è un po’ persa.
Ogni cambiamento nella sua routine di vita la fa piombare nel panico, in loop senza fine dove si ripete sempre le stesse domande. Non ha lo spid perché non sarebbe in grado di gestirlo, usiamo (uso) la Carta dei servizi nazionale. Ma le è arrivata la tessera nuova e adesso l’abilitazione non si può più fare con delega, ma occorre presentarsi con l’interessata a meno di casi gravissimi. Nel mentre, mi è anche scaduta la delega sul fascicolo sanitario, perché non avevo pensato di segnarmi la scadenza, illudendomi che mi avrebbero cortesemente segnalato la cosa qualche giorno prima.
Il suo medico di base a fine mese va in pensione ed ovviamente, perché da quanto ho capito ormai capita spesso, non c’è una/un sostituto.
Mi sono detta: ottimo (per modo di dire), colgo l’occasione e faccio l’attivazione della CSN ed il cambio del medico in un colpo solo.
Ci siamo quindi recate al Cup in orario pomeridiano, sperando in un flusso minore di persone. Effettivamente prima di noi c’erano solo una decina di persona con due sportelli in funzione.
Non ho capito bene la motivazione, ma l’addetta di uno dei due è dovuta uscire con la persona al seguito per recarsi allo sportello automatico per il pagamento dei ticket. Intanto l’altro cercava di prenotare una visita cardiologica per una coppia. La richiesta della persona era di farla al Maggiore, ma a quanto pare è possibile solo se si è già seguiti da loro, o almeno così ho capito. Viene ovviamente da chiedersi cosa occorra fare per rientrare in questo novero di persone, essere ricoverati per un problema di quel tipo? Quindi prenotazione in struttura accreditata. Esattamente come per le persone successive.
Nel frattempo la prima addetta dichiara a voce alta che deve assolutamente smaltire delle pratiche e quindi sospende il servizio al pubblico. Altrettanto a voce alta un po’ di persone in fila prima di me iniziano a brontolare (diciamo così). Al che dopo neanche cinque minuti gli sportelli funzionanti ritornano ad essere due.
Dopo un altro po’ di attesa tocca a noi.
L’addetto, gentilissimo, attiva la Carta, ma mi informa che per la scelta del medico sarà necessario ritornare con una lista da spulciare.
Lista che si raccomanda sia bella lunga e non conti di trovare qualcuno di comodo, perché il medico che aveva mia mamma e non sostituito aveva milleottocento assistiti, che sono ovviamente tutti in caccia.
La ricerca l’ho poi fatta dal fascicolo sanitario: ho trovato una dottoressa a “soli” 2,8 chilometri da casa di mamma, il che vuol dire, che tutte le volte che dovrà andare ad una visita, sarò costretta ad accompagnarla in auto.
Quello che mi chiedo e vi chiedo è: se una persona anziana non ha chi la assiste, come ne esce?
E della sanità ne parliamo un’altra volta.


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