L’Italia cambia, ma chi se accorge?
Il 33,4%, ovvero un terzo della popolazione italiana, vive da solo e ben l’11% dei nuclei familiari è monoparentale:
è quanto certifica l’Istat in base ai dati dell’ultimo censimento e riportati dal Sole 24 Ore nei giorni scorsi.
Non è un dato banale e credo che quasi nessuno penserebbe ad un numero così rilevante.
Circa la metà delle persone che vivono sole sono over 65, ma vivono sole anche persone più giovani e componenti di famiglie che per motivi di lavoro si ricongiungono solo nel fine settimana.
Bologna metropolitana in questa “classifica” si pone al sesto posto sul territorio nazionale. Grazie, mi direte voi, con l’Università… e invece no, nella fascia sotto i 45 anni non siamo tra le prime 10 città, mentre siamo terzi in quella 46/65 e sesti in quella over 65.
Sono dati dovrebbero orientare le scelte della politica e non solo. Peccato che le politiche di sostegno premino le famiglie, soprattutto quelle numerose, mentre i single non vengono praticamente considerati. Per non parlare delle famiglie monoparentali, che a fronte di spese maggiori rispetto ai single non ricevono aiuti pari alle quelle con due genitori conviventi.
Il peso economico maggiore è costituito dalla casa, e se ci pensiamo un attimo è facile da capire.
Istat stima che gli 8,6 milioni di persone che vivono sole siano destinati ad aumentare, arrivando a 10,2 milioni nel 2041. Con una popolazione in continua decrescita: ci si attende che nel 2050 oltre il 34% della popolazione sarà over 65 e quindi avremo sempre più anziani soli, ma che soprattutto non potranno contare su una rete di sostegno familiare.
Un futuro con masse di anziane/i in case vuote, in una vita di relazione scarsa e necessità di accudimento e cura crescenti.
Ed anche negli anziani, ancora una volta, la parte più debole sono le donne, che vivono mediamente più a lungo degli uomini. Spesso però, per la cultura che permeava la società italiana ed in buona parte persiste, le donne arrivano alla terza età ed alla vedovanza senza aver lavorato o avendolo fatto in modo discontinuo per accudire casa e figli, dopo aver affidato in molti casi la gestione economica al marito e ritrovandosi quindi a dover sopravvivere con la sola reversibilità ed assolutamente non in grado di gestire denaro, pagamenti ecc. Pensate a quante volte vi è capitato che una signora anziana vi chiedesse aiuto per qualcosa, da quale autobus prendere alla lettura di un prezzo al supermercato o la avete sentita chiedere conferma di qualche informazione più e più volte ad un qualsiasi sportello.
Sempre Istat prevede inoltre che tra dieci anni quattro Comuni su cinque subiranno un calo di popolazione, e addirittura nove su dieci nel caso di Comuni di zone rurali.
Eppure si continua a costruire, edificando case per non si sa chi ed aprendo supermercati per chissà quali clienti. Continuando a sottovalutare la bomba demografica già esistente, ma in progressione crescente, degli anziani di cui parlavo già prima.
Spero di essere smentita, ma ho l’impressione che di tutto ciò la politica non si occupi o lo faccia in modo sporadico. Ancora una volta si buttano sulle spalle delle nuove generazioni i problemi del futuro prossimo, con l’incapacità di alzare lo sguardo verso il domani, con la miopia del limitarsi a gestire il contingente.
L’Italia cambia, ogni giorno, ma sembra che nessuno se ne accorga.


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