Altissimi valori culturali
Il Maxxi è il Museo Nazionale delle Arti del XX Secolo, progettato da Zaha Hadid: inaugurato nel 2010 è gestito dall’omonima Fondazione, la cui presidente è stata per dieci anni Giovanna Melandri. Nel dicembre 2022 l’attuale Governo ha nominato presidente il giornalista Alessandro Giuli.
Un paio di settimane fa Giuli ha inaugurato la programmazione estiva del Maxxi con una serata con Vittorio Sgarbi e Morgan, evento presentato come “un faccia a faccia su rispettivi gusti e passioni, un confronto aperto in cui si alternano parole e note suonate al pianoforte, per raccontare l’origine di quei brani, creati da artisti celebri oppure dimenticati, che hanno contribuito a scrivere la storia della canzone italiana e internazionale”.
Un palco al maschile, con tre uomini piuttosto compresi nel proprio ruolo e molto attenti, soprattutto i due ospiti, a non deludere il pubblico presente.
Delle polemiche post serata avrete probabilmente già letto, e non serve scomodare Moravia come ha tentato di fare Giuli, o gridare alla cancel culture come hanno fatto Sgarbi e Morgan.
La volgarità è volgarità, la chiacchiera da bar tra maschi idem (ma non ne avevo parlato anche qualche post fa?).
Non posso pensare che il trasecolato Giuli non fosse consapevole di chi aveva invitato e che il pubblico presente non si aspettasse l’ennesima intemperanza di entrambi gli ospiti, che di questa commedia ormai sono consumati protagonisti.
Titoli ed altre ospitate assicurati per loro, ma resta che uno dei due è il sottosegretario alla Cultura di questo Governo. E l’altro non è forse quello specchiato esempio per i giovani da portare in prima linea da parte di chi pochi giorni prima ha visto la propria Presidente del Consiglio dire “Viviamo nel paradosso di una vulgata che spaccia la droga come un forma di libertà, e io non riesco a capire come si faccia a considerare libertà qualcosa che ti rende schiavo”.
Sgarbi ha poi dichiarato “Non avevo capito di essere ad una serata ufficiale al MAXXI, ma credevo di essere tra tre amici al bar, il presidente del Mart, Morgan e io. Ero lì a fare un teatrino con amici. Il fraintendimento strumentale è scoppiato poi. Mi dispiace se qualcuno si è offeso, ma ho solo parlato del mio cancro che ha limitato la mia attività erotica“.
Morgan: “È stata una serata di altissimo valore culturale, dove si è parlato di Leopardi, dove si è suonato De Andrè e Modugno. Questa è cultura e non vedo perché due battute goliardiche che non hanno nulla di sessista devono diventare un pretesto per accusare di non si sa cosa qualcuno che non ha minimamente sbagliato“.
Sarà, però sia Giuli che il Ministro Sangiuliano hanno poi preso le distanze dal momento goliardia.
Chiaro che se gli altissimi valori culturali che la destra propone includono la conta delle conquiste o il lamento per la perdita della propria vantata virilità occorrerà farsene una ragione perché questo è quanto ci aspetta nel prossimo periodo.
Anche perché sappiamo che una delle grandi missioni di questo governo è ribaltare l’egemonia culturale della sinistra in Italia, come sta dimostrando anche nell’occupazione di tutti gli spazi possibili sia nel servizio pubblico radiotelevisivo che nei vari enti dove può inserire persone di proprio gradimento.
Sarebbe però interessante anche un contraltare, che ci permettesse, se non di sapere cosa ne pensano in realtà le beneficate da cotanta prestanza, di avere sul palco anche una femme fatale che fa la propria conta (la sacra madre di famiglia non potrebbe ovviamente) o racconta al pubblico plaudente cosa ha comportato la menopausa per la propria vita sessuale.


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