Sibilla Barbieri

Il diritto di scegliere

Grazie, se così si può dire, a Sibilla Barbieri i media sono tornati ad occuparsi del tema del suicidio assistito. Accompagnata dal figlio e da Marco Perduca per l’Associazione Luca Coscioni si è recata nei giorni scorsi in Svizzera per mettere fine alle sue sofferenze, da tempo intollerabili. Malata oncologica terminale, dipendente da morfina ed ossigeno, aveva chiesto di poter ricorrere alla morte volontaria a casa propria, ma l’Asl Roma 1 glielo ha negato. Non mi addentro nei particolari, che potete trovare facilmente sui social.

Grazie alla sua denuncia ed al fatto che fosse una persona nota si può però tentare di riparlare di eutanasia legale. Un tema che la politica nazionale italiana sta evitando da sempre.
Dal 2019 grazie ad una sentenza della Corte Costituzionale è possibile richiedere il suicidio medicalmente assistitito, quello che a Sibilla Barbieri è stato negato. Sulle differenze tra eutanasia, suicidio assistito, sospensione dei trattamenti sanitari e sedazione profonda potete trovare spiegazioni esaurienti sul sito dell’Associazione Luca Coscioni, che da anni si batte strenuamente perché anche in Italia sia possibile ricorrere all’eutanasia e dove potete anche trovare il modulo per le DAT, Disposizioni Anticipate di Trattamento, che, depositate, vi concedono di decidere se accettare o meno una serie di accertamenti e trattamenti sanitari e nominare una persona delegata a far rispettare la vostra volontà, se voi non siete in grado di farlo.
Purtroppo però sul fine vita nulla possiamo disporre e quindi il tutto è lasciato alla sensibilità dei medici che ci troveremo di fronte, alle commissioni, alle disponibilità economiche. Perché se le sofferenze non sono più sostenibili o se la vita più tale non è, non ci è consentito di decidere o di farlo per le persone a noi care.
Le sensibilità su questi temi è sempre estremamente individuale.

Credo però debba essere sempre garantita la dignità della persona e sia lecito poter scegliere o far scegliere a chi sappiamo rispetterà la nostra volontà.

Sono situazioni che purtroppo prima o poi toccano tutte e tutti noi, per un genitore, per una o un compagno di vita, purtroppo talvolta per una figlia o un figlio, per noi stessi.
Alcune Regioni stanno emettendo disposizioni in merito, ma a livello nazionale nulla si muove. Nel 2021 la raccolta per rendere legale l’eutanasia ha raggiunto oltre 1.200.000 firme, ma il quesito non è stato ritenuto ammissibile e l’invito della Consulta a legiferare in merito al fine-vita è a tutt’oggi disatteso.
Credo che per tutte e tutti noi rappresenti una questione molto più importante, ad esempio, del Premierato. E sarebbe fondamentale che i media tenessero accesi i riflettori su questo tema, per fare pressione sul Parlamento affinché lo affronti.


Chiudo invitando chi non lo ha ancora fatto a vedere il video di Sibilla Barbieri, che con estrema dignità, nonostante l’evidente sofferenza, ci spiega l’assurdità di potersi ritenere fortunata perchè ha avuto i mezzi e la possibilità di poter scegliere, nonostante tutto e tutti.
E giustamente ci chiede: e chi non ha questa disponibilità?

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Esmeralda Ballanti

Classe 1963, giornalista pubblicista, vivo nella bassa bolognese. Diploma di ragioneria, segretaria di redazione e collaboratrice del periodico Nuovo Informatore.

Femminista, polemica, ho svariate passioni ed interessi che spesso non ho sufficiente tempo di coltivare. Ma si può sempre migliorare, in tutto.

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