Operaio edile

Di lavoro si muore

Di lavoro si muore, ogni giorno, in modo inesorabile. Nel 2023 i morti per “incidenti” sul lavoro sono stati 1041, dei quali 242 in itinere. Sono quindi state esattamente 799  le persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro, mediamente più di due al giorno. 
E mentre il singolo decesso non richiama più di tanto l’attenzione dei media, i casi dove sono coinvolte più persone portano in cronaca gli eventi. Firenze, Suviana, Casteldaccia le località dove in ambiti diversi sono morte più persone negli ultimi mesi.

Ogni volta decretazione d’emergenza, manifestazioni, proclami. Ma le morti continuano, inesorabili.

Guardando le statistiche di scopre che il tasso di incidenza è più alto più cresce l’età del lavoratore e per quelli stranieri.
I settori con il maggior numero di incidenti mortali sono quello delle costruzioni, seguito da trasporti e magazzinaggio.
Sono settori dove sappiamo viene spesso utilizzata manodopera non specializzata e dove, soprattutto nelle costruzioni, si subappalta. 
In tutte le tragedie che ho citato prima i morti non erano dipendenti di chi aveva vinto il bando o ricevuto la commessa, ma di altre aziende che operavano in forme di subappalto a cascata, al punto che talvolta, alle prime rilevazioni, non si era in grado di sapere per quale ditta lavorassero i defunti. 
Questo sistema a cascata depaupera la redditività e la qualità della prestazione lavorativa in modo evidente. Se tutti i sottolivelli devono guadagnare, alla fine per il lavoratore e la sua sicurezza resta ben poco. E se a questo sommiamo la perenne mancanza di controlli per la carenza numerica di ispettori, di cui ci si lamenta da anni e governi, ma a cui nessuno pone rimedio, abbiamo la tempesta perfetta. 
Da tempo si parla di eliminare la regola del massimo ribasso, di non consentire il subappalto del subappalto del subappalto, di aumentare i controlli, di assumere ispettori.

Alla carenza di sicurezza si somma poi, a volte tragicamente, la confidenza col lavoro. Quella che porta ad infilare una mano in un macchinario in funzione per togliere qualcosa, ad arrampicarsi su una impalcatura senza abbigliamento tecnico e misure di sicurezza per esempio. 
Le donne subiscono meno infortuni letali, forse per la tipologia del lavoro che svolgono, forse anche perché il tasso di occupazione maschile è dell’80% mentre quello femminile è di 11 punti percentuali inferiore.

L’unica cosa che si fa per ovviare a questa strage, perchè è difficile definire quanto accade in modo diverso, è aggiungere regole alle regole, certificati ai certificati, che non si sa se vengono poi controllati.  Nelle dichiarazioni di febbraio scorso si parlava di sbloccare immediatamente le assunzioni di nuovi ispettori. Non so se sia stato fatto. Ma con una breve ricerca sul web appare in tutti i siti sui concorsi pubblici che nel triennio 2024-2026 sono previste ben 2300 assunzioni all’Ispettorato Nazionale del Lavoro, ma ad oggi non i relativi concorsi non sono stati ancora banditi.

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Esmeralda Ballanti

Classe 1963, giornalista pubblicista, vivo nella bassa bolognese. Diploma di ragioneria, segretaria di redazione e collaboratrice del periodico Nuovo Informatore.

Femminista, polemica, ho svariate passioni ed interessi che spesso non ho sufficiente tempo di coltivare. Ma si può sempre migliorare, in tutto.

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