La pensilina e le scelte che deleghiamo
Non vado mai alle riunioni del condominio della palazzina dove vive mia madre. Non ci vado perché so che litigherei, sia con la componente maschile che ti guarda come un’aliena un po’ mentecatta se provi ad esprimere un parere che non sia quello sul colore delle primule da piantare in giardino o peggio a chiedere chiarimenti, sia con quella femminile prona al competentissimo parere degli uomini presenti. Inoltre, in fondo, non ci vado perché non abito lì, quindi la cosa alla fin fine mi sembra mi riguardi solo relativamente. Salvo poi arrabbiarmi perché la pensilina da installare sopra la porta una volta montata mi farà schifo, non servirà allo scopo di fare ombra alla porta e ripararmi nell’attimo in cui entro o esco dal palazzo. Arrabbiarmi ovviamente con il condominio, non con me stessa, perché sono convinta che il mio parere o voto contrario non sarebbe stato determinante.
Si sono tenute domenica le elezioni per il rinnovo dei Consigli Regionali di Lombardia e Lazio, le due regioni con il maggior numero di residenti in Italia, in cui vive un quarto della popolazione nazionale. Un bel test elettorale, insomma, seppur legato al governo locale.
Su tutti i media si è parlato in questi giorni non solo del risultato politico, ma soprattutto della scarsa affluenza alle urne: solo circa 4 elettori su 10 aventi diritto sono andati a votare.
Le Regioni hanno competenza su tantissime cose che sono importanti nella vita quotidiana di ognuno di noi: sanità e trasporti innanzitutto.
Ma tante e tanti hanno scelto di non esprimersi, salvo poi continuare a lamentarsi del fatto di non riuscire a prenotare una visita o se si prende un mezzo pubblico di avere treni locali e tram vecchi, sporchi e spesso non puntuali. Hanno quindi scelto di non scegliere, delegando ad altri il voto, un po’ come faccio io con il condominio. E come faccio io, da domani saranno in prima fila a criticare, sui social ed all’aperitivo con amici perché fa tutto schifo, la politica ed i politici in primis.
Se però siamo noi per prime e primi a starcene comodi sul divano ed a rinunciare a votare perché tanto non serve a nulla, lasceremo sempre a pochi, che magari neanche stimiamo, decidere anche per noi, bagnandoci poi quando dobbiamo chiudere l’ombrello per entrare nel portone del condominio.


Marina
Mi è piaciuto molto il parallelismo con il condomino. Efficace!