I Sex Pistols e l’edilizia italiana
Sta facendo molto discutere la decisione del Governo Meloni di stoppare le cessioni del credito per il superbonus 110%, destinato ad efficientare energeticamente gli edifici d’abitazione.
Scopo della decisione la messa in sicurezza dei conti pubblici, eccessivamente gravati da questa norma, cosa effettivamente comprensibile. Immediata levata di scudi delle opposizioni e parte della stessa maggioranza, a cui si sono unite le associazioni di categoria del mondo edilizio. La decisione creerà effettivamente importanti problemi economici ed occupazionali, ma…
Ma se penso alla mia esperienza non posso non avere perplessità su alcune delle ricadute e su come il tutto è stato gestito.
Premessa: abito in un condominio costituito da più palazzine e scale, costruite nei primi anni ’80 e quindi perfette per usufruire dell’efficientamento offerto dal superbonus. Dopo una prima ricognizione, comprese misurazioni, foto degli interni ecc. l’azienda che avrebbe dovuto effettuare i lavori dà forfait. L’amministratore di condominio dopo qualche mese ci informa di aver trovato un’altra azienda che farebbe i lavori, una vera fortuna per noi perché normalmente prende in carico solo condomini molto più grandi del nostro. Bene!
Arriva la primavera, montano i ponteggi ed iniziano i lavori. Si palesa la squadra che svolgerà materialmente i lavori: uno sparuto gruppo di origine asiatica che non parla italiano, con un “capo” che fa da interprete, pur avendo una padronanza dell’italiano piuttosto approssimativa. Capitemi, non ne faccio una questione di origine o di altro, ma di mestiere: appare subito evidente che sono dei manovali abbastanza improvvisati. Non solo, lavorano senza nessun tipo di sicurezza, in canottiera, bandana e ciabatte.
I lavori vengono eseguiti senza alcuna cura dei dettagli. Gli unici che si presentano in cantiere con del mestiere alle spalle sono gli elettricisti ed i fontanieri, che però appaiono e scompaiono in poche ore. Il capocantiere, forse unico dipendente fisso della ditta esecutrice, sembra la Primula Rossa: imprendibile.
Smontati i ponteggi in parte del condominio, al primo temporale, alcuni appartamenti subiscono dei veri e propri allagamenti, problema tutt’ora presente. Viene richiesto di avere copia del contratto firmato, un muro di gomma.
Terminato di applicare i pannelli e dopo averli tinteggiati scompaiono tutti. Da mesi nel giardino stazionano materiali residui, compresa parte di quelli da portare in discarica ed altro. Sotto al portico penzolano ancora nude lampadine, in eterna attesa della definitiva e corretta tinteggiatura.
Tramite l’amministratore di condominio arriva un documento per i cosiddetti lavori trainati, segnatamente caldaie ed infissi. Pur non avendo la certezza che tali lavori verranno effettivamente svolti, nel documento viene esplicitato che la tipologia dei materiali che andranno ad installare deve ancora essere decisa e che comunque tale scelta è a totale discrezione dell’impresa.
Alcuni hanno firmato, altri, tra i quali io, no. In ogni caso pare che il miglioramento di due classi sia già stato ottenuto con i soli pannelli, rendendo di fatto “inutile” il cambio infissi e/o caldaia.
Nessuno sa quanto è stato e sarà fatturato, i condomini non possono pretendere nulla, perché non pagando direttamente non c’è modo di avere nessun tipo di documentazione, né farsi valere per i lavori non finiti o eseguiti male.
Parlando con altre persone di altri condomini pare che le situazioni siano molto spesso simili.
Quindi capirete perché le dichiarazioni drammatiche delle imprese edili mi trovano un po’ scettica. Ci saranno sicuramente aziende serie che hanno fatto tutto al meglio, ma tante altre, come chi ha lavorato da noi ed in molti altri palazzi a Bologna e dintorni, si sono largamente ed ampiamente approfittate della mancanza di controlli, utilizzando personale molto probabilmente precario, sottopagato e risparmiando su materiali, attrezzature e sicurezza.
La legge aveva sicuramente una ratio di fondo utile. A casa mia, obiettivamente, pur senza il cambio infissi, il riscaldamento si è attivato pochissime volte anche nelle giornate più fredde.
Ma per come è stata concepita, la norma ha lasciato molto spazio a chi se ne voleva approfittare. Una sospensione immediata del tutto avrà sicuramente pesanti ricadute e sarebbe opportuno rimodularla, ma così come è stata scritta ha consentito davvero, parafrasando il titolo di un famoso album dei Sex Pistols, the great 110% swindle.
Se avete voglia di raccontare a me ed alle ed agli altri lettori la vostra storia del 110% lo spazio dei commenti è a disposizione.


Lascia un commento