Serena Bortone Oggi è un altro giorno Rai1

La banalizzazione del male

Quando vado a casa di mia mamma, la televisione è sempre accesa: le fa compagnia, dice. Fissa su Rai1, come se non esistessero altri canali.
Quindi, nel pomeriggio durante la settimana, mi becco in sequenza: Oggi è un altro giorno, Il paradiso delle signore (o Sei sorelle), La vita in diretta.

Oggi è un altro giorno è condotto dalla giornalista Serena Bortone, coadiuvata da un gruppetto fisso di musicisti, ballerini, attori ecc definiti, se non ho capito male, “affetti stabili”.

Durante il programma Bortone passa tranquillamente dall’ospite che parla del suo libro o di un tema anche serio, al “momento nostalgia” in cui intervista qualcuno con un qualche tipo di legame con un personaggio del passato, possibilmente della televisione in bianco e nero, con passaggio di relativi filmati in sequenza, personaggio di cui si riprende poi spesso la una canzone, sulla quale si lanciano talvolta gli affetti in un balletto lei compresa, al disastro/morto del momento.

Martedì pomeriggio, per esempio, in meno di metà programma è transitata dal cantante ospite, alle notizie da cellulare sulle dichiarazioni di Paolo Bonolis e la ex moglie Sonia Bruganelli sulla loro separazione (e meno male che in studio c’è tra la crew una ex di Bonolis da interpellare) di cui ha praticamente lanciato lo scoop in diretta ad una breve intervista a Silvia Salis.

Salis è una ex atleta di alto livello, attualmente Vice Presidente del CONI. Presentata con enfasi anche perché “al sesto mese di gravidanza”. Applausi, toccatina alla pancia e domande su come e dove ha scelto di far nascere il bambino. Alla risposta che sarà a Genova, sua città natale, breve stacchetto con spezzoni, in bianco e nero ovviamente, sui cantautori genovesi.

Poi, dopo una domanda sulla conciliazione vita/lavoro, arriva quella sul fatto di nera del momento: come ha vissuto da donna incinta l’omicidio di Giulia Tramontano.

Screeshot
Silvia Salis in un momento dell'intervistata a Oggi è un altro giorno su Rai1 accostata all'immagine di Giulia Tramontano

Così… e mentre Salis risponde (cosa volete che dica? ma è una domanda da fare in quel momento ad una persona che stava parlando del fatto di essere fortunata perchè avrà degli aiuti e non tutte possono dire altrettanto?) la affiancano prima all’immagine dell’inviata di turno sul luogo del delitto e poi alla foto di Giulia in costume col pancione. Facce di circostanza e l’intervista prosegue con altre domande tra il personale ed il professionale.

Salutata Salis, collegamento con l’inviata che, davanti alla palazzina dove viveva Giulia Tramontano, racconta di una perquisizione ma senza aggiungere grandi elementi alla cronaca.

Si torna in studio con un magistrato a capo di una struttura territoriale definita da Bortone “all’avanguardia nel contrasto alla violenza di genere” con il quale si chiude la puntata parlando di denunce, pregiudizi ed invito a denunciare alle donne tra sorrisi e piccoli battibecchi tra conduttrice ed ospite, compresa una serie di domande sul braccialetto elettronico.

Direte che va bene, si entra così nelle case e nella vita delle persone per lanciare messaggi. Può essere, ma non ne sono convinta. Per niente.

Programmi così, che propongono di tutto, creano una salsa indistinta, un po’ come quando da bambini mescolavamo il gelato alla crema con quello al cioccolato.

Mettere tutto insieme, intrattenimento, nostalgia e cronaca, crea un rumore di fondo indistinto che porta ad una banalizzazione del male. Rendendolo meno cattivo, meno orrendo, più quotidiano, più normale.
Da quello che viene definito “servizio pubblico” vorrei di meglio, vorrei che il giornalismo venisse scisso dall’intrattenimento. Vorrei che soprattutto in Rai chi si qualifica come giornalista si attenesse alle regole deontologiche dell’ordine, non giocando con immagini e temi per fare audience.

Perché la banalizzazione del male crea assuefazione e porta giorno dopo giorno ad accettarlo sempre di più.

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Esmeralda Ballanti

Classe 1963, giornalista pubblicista, vivo nella bassa bolognese. Diploma di ragioneria, segretaria di redazione e collaboratrice del periodico Nuovo Informatore.

Femminista, polemica, ho svariate passioni ed interessi che spesso non ho sufficiente tempo di coltivare. Ma si può sempre migliorare, in tutto.

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